Respinti: Le "sporche frontiere" d'Europa, dai Balcani al Mediterraneo
I migranti forzati nel mondo sono oltre 100 milioni: sono in fuga da povertà, guerre, violenze, in cerca d’una vita migliore. L’Europa “democratica”, Italia compresa, ha però chiuso occhi e frontiere, delegando ai Paesi terzi il “lavoro sporco”, rinnegando i diritti umani, disseminando le rotte di ostacoli.

Con la prefazione di Gianfranco Schiavone e preziosi testi di Caterina Bove, Anna Brambilla, Riccardo Gatti, Maurizio Veglio, Cristina Molfetta.
[Già disponibile per pre-ordini dal sito di Altreconomia, spedizioni dal 2 maggio.
In libreria dal 12 maggio].
L’ipocrisia dell’Europa che spalanca benevolmente le porte agli ucraini ma le chiude agli altri migranti, più scomodi e non bianchi.
“Gli ucraini, giustamente, potranno avere da subito servizi sociali, scuola, entrare nel mondo del lavoro. Nel frattempo poche migliaia di afghani, siriani e iracheni vengono ancora tenuti fuori dalle frontiere polacche. Tra loro ci sono anche donne e bambini, che sono stati colpiti con gli idranti e ai quali non è stata data neanche la possibilità di essere assistiti e nutriti. Mentre scriviamo – peraltro – continuano i finanziamenti italiani alla cosiddetta guardia costiera libica, che riporta i migranti in veri e propri lager. Per chi viene dall’Africa, anche se in fuga da conflitti, fazioni estremiste e dittature non sono mai stati attivati canali legali di ingresso. Certo questi conflitti hanno meno possibilità di colpirci direttamente. Certo, le vittime di questi conflitti non sono bianchi. Ma i bambini non sono tutti uguali?” Cristina Molfetta, Fondazione Migrantes.
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