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I volti del lavoro

I volti del lavoro

I VOLTI DEL LAVORO

Il percorso espositivo I volti del lavoro è l’esito di un progetto condotto dal Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione Internazionale (CIAC) e dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma (CSAC), in partnership con il Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese (DUSIC), all’interno nel più ampio “Piano di Ateneo per i rifugiati”, promosso dall’Università di Parma e sostenuto da Fondazione Cariparma. Patrocinato dal Comune di Parma, s’inserisce tra le iniziative di Parma 2020-2021 Capitale della Cultura.

Al centro, le trasformazioni del lavoro e dei suoi protagonisti, con particolare attenzione all’esperienza attuale dei rifugiati nella provincia di Parma, che diventano così doppiamente protagonisti, sia con il loro sguardo sintetizzato negli scatti fotografici proposti, che come lavoratori e parte essenziale del tessuto socio-economico del territorio.

Il percorso espositivo è una pratica partecipativa, frutto di un’esperienza condivisa, che mira a colmare lo iato tra la ricerca storiografica e il senso comune. La fotografia d’archivio entra così in relazione con altri sguardi, aprendo spazi d’interconnessioni. Negli incontri di approfondimento che si sono svolti al CSAC, un gruppo di rifugiati ha visionato materiale fotografico di periodi storici diversi (dal 1900 al 1980), raccolto da Uliano Lucas in occasione della mostra Storia Fotografica del Lavoro in Italia nel 1981, e donato al Centro dallo stesso fotografo. Ed hanno preso in considerazione, nel loro percorso esplorativo nei mondi del lavoro, anche altri Fondi conservati nella Sezione Fotografia del CSAC.

Un’occasione di dialogo tra le fonti storiche e gli scatti realizzati dagli stessi rifugiati; un momento di riflessione sulle diverse forme di narrazione e sull’immaginario del passato; l’accesso agli archivi CSAC ha favorito lo scambio di punti di vista e il confronto tra esperienze di vita e professionali.

Con questo percorso si intende anche dare visibilità e riconoscimento a quei lavoratori di origine straniera già inseriti in molte realtà produttive e dei servizi del nostro territorio e che contribuiscono in modo silenzioso all’economia, al benessere, alla tenuta dei servizi e delle città in cui viviamo insieme. 

I luoghi di lavoro in cui sono state scattate le foto – così come molti altri del territorio di Parma e provincia – si sono distinti in questi anni per la loro volontà di mantenere un approccio aperto, accogliente, rispettoso dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Attenti al radicamento e alla sostenibilità della propria attività, ma senza rinunciare a una visione cosmopolita, in cui la differenza è una ricchezza e non un peso o uno stigma.

Fotografie conservate al Centro Studi e Archivio della Comunicazione, appartenenti ai Fondi Uliano Lucas, Mimmo Jodice, Carla Cerati, Luciano D’Alessandro, agli archivi Carlo Cisventi e  Luigi e Bruno Vaghi. 

Fotografie scattate durante il workshop condotto da Giulio Di Meo con i rifugiati Raheel Abid, Abdoulaye Ba, Lamin Bojang, Sekou Diyara, Aime Mbangue, Victor Osebhajimende e Ahmed Elmi Abdullahi.

Mostra a cura di Chiara Marchetti (CIAC) e Lucia Miodini (CSAC) con la collaborazione di Marco Deriu (DUSIC).


MIGRAZIONI. IL LUNGO VIAGGIO 

L’emigrante con la valigia di cartone arrivato con la Freccia del Sud a Milano, uscito dalla stazione Centrale, è fotografato da Uliano Lucas davanti al Grattacielo Pirelli: un’immagine che assume la valenza di un luogo della memoria e degli affetti, della difficoltà nell’incontro tra culture avvertite ancora come distanti; la cui intensità sta proprio nella contrapposizione tra il disorientato migrante e il simbolo del miracolo economico. Lo stesso Lucas segue la storia dei lavoratori italiani nelle fabbriche di Germania, Svizzera e nelle miniere belghe.

Fotografa i treni stracarichi in partenza a Luino, intere famiglie che affrontano un viaggio lunghissimo per trascorrere qualche giorno nel proprio paese. Lucas ha raccontato la vita degli emigranti meridionali nei centri industriali del Nord, ma anche le trasformazioni nel tessuto urbano delle città; l’inserimento nel mondo del lavoro e il cambiamento della vita quotidianità. Ha affrontato la molteplice realtà del fenomeno migratorio, mostrando le condizioni di emarginazione e spaesamento, ma anche la speranza e il desiderio di una vita migliore, l’efficacia dei servizi di sostegno ai cittadini d’origine straniera; i momenti d’aggregazione e il rapporto con i luoghi di origine, costruendo un lungo racconto che libera il migrante dai luoghi comuni in cui è molto spesso imprigionato.

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LA FABBRICA E L’OFFICINA MECCANICA


Le fotografie appartenenti a Fondi del CSAC documentano diversi periodi della storia fotografia del lavoro. Quando il committente è l’impresa, le immagini mostrano la vita di fabbrica vista dalla palazzina dirigenziale. Il lavoro è fermato e gli operai messi in posa, comandati a funzionare da scala metrica degli imponenti macchinari, mimano i gesti del lavoro. Negli anni Settanta i freelance entrano nelle fabbriche con uno sguardo partecipe, sempre solidale. Luciano D’Alessandro per il progetto fotografico
Dentro il lavoro, compie un lungo itinerario nelle regioni del Sud, parallelamente al settentrione opera Gianni Berengo Gardin. Negli anni Novanta Lucas indaga una nuova fase nella storia del lavoro, mettendo a fuoco i cambiamenti nei diversi settori di produzione e la molteplicità dei nuovi mestieri.

In Italia a fine 2019 vivevano circa 5 milioni di persone senza cittadinanza italiana (8,8% del totale dei residenti), dato che sale al 12,5% nella Regione Emilia-Romagna e al 14,7% nella Provincia di Parma. Sempre in provincia, ci sono alcuni dei comuni con la percentuale più alta di stranieri a livello regionale: Langhirano (21,4%), Calestano (20,6%), Colorno (18,1%) e Parma città (16,7%). Inoltre, più del 70% dei non comunitari nella nostra provincia sono “lungo-soggiornanti”, ovvero con una condizione giuridica che si raggiunge dopo almeno 10 anni di permanenza regolare nel paese.

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LA CICLOFFICINA


La fotografia realizzata da Mimmo Jodice nel 1984 appartiene alla serie
Fatto a Parma - Arti e mestieri: cultura, tradizione, futuro, un progetto fotografico promosso dall’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Parma con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, che nasce dal confronto tra una città che sviluppa altre fasce del terziario con grande efficacia e imprenditorialità e l’immagine degli artigiani, la cui funzione muta, insieme alla trasformazione della struttura urbana e delle comunicazioni. I quattro fotografi coinvolti, Luigi Ghirri, Olivo Barbieri, Mimmo Jodice, Claude Nori, hanno restituito delle attività artigiane della nostra città un’immagine ben diversa dalla tradizione bozzettistica. Jodice, con sguardo partecipe ed emotivo, quello che aveva rivolto alla civiltà artigianale dei bassi napoletani, ci mostra un ‘biciclettaio’ in posa davanti alla sua bottega. 

Nel 2019, il 48% dei cittadini stranieri residenti in Italia risultava “occupato”, pari a circa 2,5 milioni di persone. La ricchezza prodotta a livello nazionale (ovvero il valore aggiunto prodotto dagli occupati immigrati) è stimata pari a 147 miliardi di euro all’anno, ovvero il 9,5% del Pil italiano, che sale addirittura al 12,5% in Emilia-Romagna. In determinati settori, poi, il contributo è ancora più rilevante: intorno al 18% in agricoltura, nel settore alberghiero e della ristorazione, ma anche in quello delle costruzioni. Le entrate fiscali dovute alla presenza straniera superano di gran lunga le uscite, con un saldo in favore dello Stato superiore ai 500 milioni di euro.

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DALLA MENSA ALLA RISTORAZIONE


Le immagini tratte dall’Archivio Vaghi, dal Fondo Uliano Lucas e dall’Archivio Carlo Cisventi illustrano il momento del pranzo che ritma la giornata lavorativa di milioni d’italiani. Una storia dalle molte sfaccettature che corre in parallelo all’industrializzazione del paese e alla diffusione della produzione di massa. Fotografie che raccontano il cibo come rituale collettivo che a volte divide, ma più spesso unisce. Si coglie nelle immagini la diversa configurazione degli spazi nei luoghi di lavoro: dal locale adibito a refettorio negli anni Venti alle tavolate all’aperto degli anni Cinquanta, all’istituzione del servizio di mensa in fabbrica.

In Emilia-Romagna (ma i dati sono in linea con la situazione nazionale), i principali comparti di occupazione dei lavoratori stranieri sono, per gli uomini, l’industria alimentare, le costruzioni, altri comparti del manifatturiero e le attività di magazzinaggio e trasporto e quelle agricole, mentre per le donne prevale l’occupazione come personale domestico e nei servizi della ristorazione.

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IL VERDE URBANO

La fotografia dell’abbattimento dei platani in via Serra a Milano, conservata nel Fondo da Carla Cerati del CSAC, appartiene a una serie d’immagini che l’autrice a fine anni Settanta riunisce in un racconto unitario. Una selezione di fotografie provenienti da reportage diversi, dal suo archivio personale, attraverso cui racconta il cambiamento della città di Milano. Il passaggio dall'atmosfera di un luogo tranquillo, provinciale, con anziani che passeggiano lungo strade fiancheggiate da villette, a quella di una città sempre più inquieta; la metamorfosi di Milano, “dal vecchio al nuovo”: gli antichi giardini e le vie alberate, le atmosfere rarefatte e quasi metafisiche della vecchia “città del nord”; la costruzione del quartiere direzionale e di quartieri periferici. 

L’Emilia-Romagna è la seconda regione dopo la Lombardia per numero di rapporti di lavoro in somministrazione (ex interinali) attivati nel 2019 in favore di cittadini extracomunitari. D’altra parte, sempre nel 2019 i tirocini extracurricolari sono stati utilizzati in particolare nei confronti di cittadini stranieri extra Ue (per un totale di 13.766), soprattutto in attività di servizi (più del 50%) e nell’industria (circa il 20%), nel Nord Ovest più che in altre aree del paese.

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I SALUMIFICI

Le fotografie del Salumificio Umberto Boschi di Felino, l’azienda fondata nel 1924 per la produzione industriale del salame, sono state realizzate da Luigi Vaghi negli anni Venti. Le immagini che hanno un sapore ancora ottocentesco, descrivono con vivezza le diverse fasi della lavorazione delle carni nei reparti interni. L’archivio Vaghi, conservato al CSAC, raccoglie la produzione di Luigi, consociatosi nel 1903 con Giuseppe Carra, e del figlio Bruno, attivi a Parma tra 1900 e 1975, uno studio fotografico tra i più attivi e importanti della città. Titolare del maggior atelier di fotografia industriale in provincia, Luigi è fotografo ufficiale della Casa Reale, affermato ritrattista, editore di cartoline postali e documentatore di cerimonie e opere pubbliche.   

Quasi il 30% degli occupati stranieri in Emilia-Romagna ricopre funzioni non qualificate, a fronte del 6% circa degli italiani. La retribuzione media è inferiore a 1.100 euro per i primi e pari a 1.422 euro per i secondi, con un differenziale del 23,2%. A livello nazionale, gli stranieri in povertà assoluta sono 1,376 milioni – con un’incidenza sul totale pari al 26,9% (tra gli italiani è il 5,9%). A essere colpito spesso è anche chi ha un impiego. Tra le donne extracomunitarie, il 37,2% afferma di non poter accedere a strutture di supporto alla cura per motivi economici, a fronte dell’8,9% delle italiane. Non a caso, la quota di occupate con figli in età prescolare è molto esigua: solo il 22,7% rispetto al 48,9% delle italiane.

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LA FESTA MULTICULTURALE

Migranti e rifugiati non sono solo parte attiva e fondamentale dell’economia del nostro paese. Sono anche attori impegnati in attività di volontariato, prossimità, cura della comunità, convivialità interculturale. Contribuiscono a rendere il tessuto delle comunità in cui vivono più coeso e solidale, non solo prodigandosi a supporto dei propri connazionali e delle proprie reti familiari, ma anche in favore degli italiani loro “vicini di casa”, impegnandosi come singoli o attraverso associazioni e gruppi, formali e informali.

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