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Una macchina da cucire e una tazza di tè: bastano per riconoscersi

La storia di due giovani donne provenienti da mondi geograficamente distanti, ma che tra gesti, sguardi e sorrisi si sono reciprocamente scopert

Non è fondamentale parlare la stessa lingua, basta condividere una passione. Ad insegnarcelo la storia di due giovani donne provenienti da mondi geograficamente distanti, ma che tra gesti, sguardi e sorrisi si sono reciprocamente riconosciute.

Alice è una giovane italiana esperta nell'uso della macchina a cucire elettrica. Zarghona è una ospite dei progetti di Ciac, da poco arrivata dall'Afganistan dove cuciva solo con la macchina a pedale. Il comune interesse per trasformare la stoffa in vestiti ha fatto scattare il collegamento. 

Ne è nato un progetto di peer teaching che si è rivelato di una potenza straordinaria: senza una lingua in comune le due giovani sono state in grado di entrare in sintonia grazie al semplice e antico stare insieme per fare insieme. 

Nelle due ore trascorse gomito a gomito, complice un buonissimo tè al cardamomo, è stato possibile tessere un legame tra due giovani donne tanto diverse ma con tanto in comune.

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