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Decreti sicurezza e leggi razziali, giustizia è fatta

Vi ricordate il caso di Rosa Maria Dell’Aria, la professoressa di italiano dell’Istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo, sospesa l’anno scorso per due settimane (con dimezzamento dello stipendio) dall’ufficio scolastico provinciale per non aver "vigilato" sul lavoro di alcuni suoi studenti che, per la giornata della Memoria, avevano presentato un video nel quale accostavano le leggi razziali del 1938 alle misure contenute nel “Decreto sicurezza e immigrazione” del ministro dell’Interno Matteo Salvini?

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Vi ricordate il caso di Rosa Maria Dell’Aria, la professoressa di italiano dell’Istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo, sospesa l’anno scorso per due settimane (con dimezzamento dello stipendio) dall’ufficio scolastico provinciale per non aver "vigilato" sul lavoro di alcuni suoi studenti che, per la giornata della Memoria, avevano presentato un video nel quale accostavano le leggi razziali del 1938 alle misure contenute nel “Decreto sicurezza e immigrazione” del ministro dell’Interno Matteo Salvini?

Il tribunale del lavoro di Palermo ha accolto il ricorso dei suoi legali, ha annullato la sanzione disciplinare – definita illegittima – e ha stabilito la restituzione dello stipendio. È stata invece respinta la richiesta di risarcimento danni di 10mila euro.

«Il giudice ha riconosciuto tutte le ragioni del nostro ricorso – ha commentato Alessandro Luna, figlio e avvocato della professoressa, che ha seguito il caso insieme al collega Fabrizio La Rosa - non solo la docente ha esercitato la libertà di insegnamento nel fornire il materiale didattico, ma non sussiste nemmeno la culpa in vigilando sull’operato dei suoi alunni, perché se avesse controllato il contenuto dei loro lavori avrebbe violato la loro libertà di pensiero tutelata dalla Costituzione».

«Sono molto contenta, fin dall’inizio volevamo che il provvedimento fosse dichiarato illegittimo e così è stato. Io ovviamente speravo che finisse così, ma nessuno mai a priori può avere certezza dell’esito di una sentenza», ha detto Rosa Maria Dell’Aria all’Ansa, che poi ha aggiunto in un’intervista a Repubblica: «Non è una vittoria personale, ma della scuola come luogo di insegnamento libero».

Subito dopo la sospensione, il mondo della scuola, della società civile e le opposizioni dell’allora governo Lega-Movimento 5 Stelle si erano mobilitati contro il provvedimento. Dopo la mobilitazione, c’era stato un incontro in prefettura a Palermo con l’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e l’ex ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti.

«Tutto bene quel che finisce bene», aveva dichiarato Salvini al termine dell’incontro in cui era stato promesso di revocare la sanzione. Ma poi il provvedimento disciplinare non è stato mai revocato né con il governo Conte I né con quello successivo a guida Movimento 5 Stelle-Pd e il caso è finito in tribunale.

Adesso, riporta Repubblica, l’ufficio scolastico provinciale e il Miur hanno trenta giorni di tempo per presentare un eventuale ricorso contro la decisione del tribunale del Lavoro.


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